IL PROGETTO


PASSI IN LIBERTA’ 4
LA RESISTENZA NEL RIFUGIO DEI VALDESI
Barma d’Aut ed il Vallone degli Invincibili
Resistere! Questa la parola d’ordine dei “ribelli” che in epoche diverse sfruttarono questi luoghi nascosti e impervi della Val Pellice per trovare rifugio, nel 1600 i combattenti Valdesi sotto le persecuzioni dell’esercito sabaudo, tra il 1943 e il 1945 i partigiani durante la Lotta di Liberazione per sfuggire ai rastrellamenti nazi-fascisti. Nell’ambito del programma “Passi in Libertà” proponiamo ai soci un’uscita in tecnica nordic walking sui sentieri del Vallone di Subiasco, conosciuto anche come “Vallone degli Invincibili”, che grazie alla sua morfologia e alle sue risorse naturali, offrì protezione e rifugio sicuro alle genti che ad esso si affidarono e oggi offre a noi, semplici viandanti, emozioni e vedute spettacolari in un angolo selvaggio e affascinante della Val Pellice.
I fatti storici
La Val Pellice fu uno dei primi luoghi dove si sviluppò una resistenza diffusa e spontanea che diede origine a numerosi gruppi indipendenti prendendo il nome dalle borgate in cui trovarono primo rifugio.
Nacquero così le bande di Serre Sarsenà (comandante “Gayot”), delle borgate di Bessè e di Bodeina (comandanti Barolin e “Capun” ), del Ciarmis (comandante “Ricou del Ciarmis”), dei Chabriols (comandante “René”).
In seguito questi gruppi diedero origine alle brigate GL, che occuparono l’intera valle e la vicina valle Germanasca, o si unirono alle brigate Garibaldi che presidiavano la vicina valle di Luserna e le alture del Montoso.
La tradizione di lotta dei Valdesi, da sempre contro ogni persecuzione, spinse la stragrande maggioranza della popolazione civile a prendere posizione, dapprima alle persecuzioni contro gli ebrei e dopo l’8 settembre contro il nuove regime fascista repubblicano.
In valle vennero ben presto costituiti un comando unificato ed un’unica intendenza, grazie alla presenza di personalità carismatiche e capaci dal punto vista organizzativo.
Presso la borgata Bessè, punto di partenza del nostro itinerario, si stabilì fina dal 1943 una parte della banda partigiana del Vilar, comandata da Antonio Prearo “Capun” e proprio con una riunione tenuta in una baita del paese iniziò la riorganizzazione delle forze partigiane in valle dopo il durissimo rastrellamento del marzo 1944. Alla fine di aprile del 1944 fu stabilita una nuova base logistica presso la conca del Prà (nei pressi di Villanova) e approntate postazioni difensive al colle Barant e al Colle della Croce. Qui ricevevano rifornimenti di armi, viveri e vestiario grazie ai lanci aerei alleati che permisero di estendere progressivamente il controllo a tutta l’alta valle organizzando una linea difensiva “mobile”.
L’alta val Pellice divenne così, per un breve periodo, una zona liberata che ospitava per l’addestramento le reclute partigiane che giungevano sempre più numerose dopo la chiamata alla leva nell’esercito fascista.
Altre forze partigiane del Bargese e gruppi GL valdesi si unirono successivamente realizzando così una fattiva collaborazione tra bande di diversa ideologia politica. Questa esperienza si concluse nell’agosto 1944 allorquando, fallito l’assalto al presidio fascista di Bibiana, le forze nazifasciste nell’intento di risolvere la situazione in Val Pellice, iniziarono un grande rastrellamento che forzò la linea difensiva attestata a sud del Pellice e costrinse il gruppo attestato al Pian del Prà a ritirarsi precipitosamente verso il vallone dei Carbonieri ed il rifugio Barbara. La popolazione civile di Villar Pellice e Bobbio Pellice visse momenti di terrore ad opera di reparti di SS ucraine, soldati capaci di comportamenti ancor più feroci degli stessi nazisti.
A settembre si aggiunsero reparti di Alpenjager tedeschi, al fine di controllare il confine e le vie di comunicazione con la Francia. Questo inasprimento della repressione in valle determinerà l’inizio della fase di “pianurizzazione” della guerra partigiana, con il progressivo trasferimento di gran parte delle bande partigiane nella pianura piemontese e sulle colline di Langa e Monferrato ed il prosieguo della lotta organizzata in piccoli gruppi combattenti nascosti nelle casine e nelle piccole frazioni isolate. Gli unici presidi rimasti in Val Pellice faranno base per tutto l’inverno 1944-45 a Serre Sarsenà con compiti di collegamento tra il comando e le missioni alleate.Il 23 aprile le truppe nazifasciste dislocate in val Pellice ricevettero l’ordine di abbandonare le posizioni e ripiegare su Torino.
Rifiutata la richiesta di resa incondizionata avanzata dal comando partigiano, il 27 aprile iniziò la ritirata, incalzata da vicino dai garibaldini della Val Luserna e dai GL della Brigata Val Pellice con duri scontri e azioni di disturbo delle autocolonne, che divenne ben presto rotta confusa. La sera del 27, con il cessare delle ultime resistenze, i partigiani entrarono in Torre Pellice completando così la liberazione dell’intera vallata.
(note storiche tratte dal libro “Sui sentieri della guerra partigiana in Piemonte” di Diego Vaschetto)
L'itinerario proposto
Il nostro itinerario parte dal parcheggio poco oltre la borgata Bessè, che si raggiunge percorrendo in auto la Val Pellice in direzione Bobbio Pellice e imboccando, poco prima del paese subito a valle del ponte sul torrente Subiasco, la carrozzabile sulla destra seguendo le indicazioni per Meynet-Bessè e il Vallone degli Invincibili.
Lasciate le auto, imbocchiamo un sentiero pianeggiante a sx (bacheca con indicazioni, segnavia 128) che, dopo aver superato una prima barma, si inoltra nel vallone di Subiasco, dominato dallo scuro sperone di Rocca Ciabert.


La mulattiera procede in moderata pendenza con un mezzacosta ricavato sul fianco del ripido pendio. Superato un primo ed un secondo rio, con percorso in saliscendi, giungiamo sotto il Torrione di punta Rubinella (1150m). Una bella mulattiera selciata risale quindi il ripido versante opposto con una serie di svolte che termina sul ciglio del pendio dominato da uno sperone roccioso, punto naturale difensivo, e per noi di osservazione, di questo vallone. Segue un tratto in diagonale con moderata pendenza attraverso un bel boschetto di faggi e larici.




Continuando con il mezzacosta si entra nella parte più selvaggia dell’itinerario, raggiungendo il fondo del vallone chiuso tra strette pareti in apparenza invalicabili. Attraversato il torrente, con una bellissima cascata, il sentiero inizia a risalire sul versante opposto una ripida parete rocciosa tramite un’ardita mulattiera (muretti di sostegno e tratti scavati nella nuda roccia) fino a raggiungere una finestra rocciosa utilizzata come posto di guardia delle vedette partigiane (1440m). Volgendo lo sguardo indietro ci renderemo conto dell’ingegno umano e dell’impegno che hanno portato a tracciare un percorso che ha reso questo luogo solitario uno dei posti più affascinanti della Val Pellice. Percorsa ancora una diagonale lungo un versante prativo, un’ ultimo tratto a mezzacosta in un rado bosco termina in prossimità della conca erbosa che ospita le baite diroccate (barme) e le più recenti unità silvo-pastorali di Barma d’Aut (1510m). E proprio qui, nel 1686, si rifugiarono le ultime milizie combattenti valdesi del capitano Paul Pellenc. Dopo mesi di guerra partigiana, le truppe del duca Vittorio Amedeo II dovettero venire a patti con i rivoltosi “invincibili” consentendo loro di espatriare in Svizzera con l’onore delle armi e portare con se i congiunti tratti dalle prigioni piemontesi. Quasi tre secoli dopo, furono ancora questi luoghi a dare rifugio sicuro ai “nuovi” partigiani, sfruttando le grotte e gli anfratti nascosti (pertus) difficilmente raggiungibili, dono della natura agli uomini coraggiosi.
Dalle baite e dal recente bivacco costruito in loco si dipartono poi due sentieri per la grandiosa posizione dell’Alpe Subiasco (1880m) e per la Rocca Chabert da cui la discesa su Bobbio Pellice attraverso la borgata Sersenà. Per il rientro al punto di partenza noi utilizzeremo invece lo stesso percorso di andata.
Tornati alle auto, per quanti lo desiderano, proseguiremo tramite una comoda strada sterrata (segnavia 129) verso l’accogliente Rifugio degli Invincibili (1,5 km dal parcheggio) per un “terzo tempo” con vista aerea sulla valle Pellice.
Cenni di toponomastica locale
Molti sono i termini autoctoni con i quali, in valle, vengono indicati i luoghi naturali ed i manufatti abitativi che incontreremo nel nostro itinerario.
Ne riportiamo alcune definizioni:
Pertus: piccole caverne con accessi stretti e poco riconoscibili
Bars: cenge rocciose poste in mezzo ad alte pareti raggiungibili con difficoltà e invisibili dal fondovalle
Barme: edifici riparati sotto pareti strapiombanti
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Informazioni tecniche per i Soci del Nordic Walking Volpiano:
Punto di ritrovo : ore 8:30 Villar Pellice – bar “Piazza Willy Jervis” clicca qui
Qui compatteremo i posti in auto e saliremo al piccolo parcheggio della borgata Bessè (5 km da Villar Pellice)
Parcheggio autovetture: Parcheggio Borgata Bessè
Il punto di ritrovo dista:
da Volpiano circa 83 km (1h 10m circa di viaggio in auto)
da Torino Parco Pellerina 68 km (1h circa di viaggio in auto)
Ritrovo Val Pellice: ore 8:30
Inizio camminata: ore 9:15
Durata camminata: 4,5-5:00 ore circa escluse soste (percorso principale) + 1 ora (estensione facoltativa al Rifugio degli Invincibili)
Lunghezza: 7 km circa (percorso principale) + 3 km circa (estensione al Rifugio degli Invincibili)
Dislivello: 600m D+ (percorso principale) + 300m D+ (al Rifugio degli Invincibili)
Difficoltà: E
Esposizione: S e SE
Tratti esposti: il percorso si sviluppa in ambiente alpino su sentiero mezzacosta, ben mantenuto e completamente camminabile (classificazione E). Sono presenti alcuni brevi e facili passaggi esposti dove è richiesto piede fermo e assenza di vertigini
Altitudine minima: 1022m slm
Altitudine massima: 1514m slm
Pranzo al sacco
Punti acqua: alla partenza (Villar Pellice) e all’arrivo (Barma d’ Aut)
Segnale rete cellulare generalmente presente lungo tutto il percorso
Vi ricordiamo che:
- Sono necessari abbigliamento e dotazioni adeguati alla camminata, considerata l’altezza vestirsi a cipolla portando con sé anche indumenti caldi e una protezione per la pioggia.
- L’attività proposta è fruibile dai soci in buone condizioni fisiche e idoneo allenamento per affrontare il percorso.
- L’associazione si riserva la facoltà di escludere dalla partecipazione, al momento dell’iscrizione i soci che non ritiene idonei all’attività proposta o, prima di partire, i soci privi di abbigliamento e/o calzature adeguate a garantire la percorribilità dell’itinerario proposto in sicurezza.
- Si raccomanda di rispettare gli orari indicati per l’escursione
- Si consiglia di avere nello zaino acqua, barrette energetiche e/o integratori.
Per prenotazioni e informazioni entro e non oltre le ore 20:00 di venerdì 13 giugno 2025
Franco: ☎️ 3406406242
































































