
Anche questa uscita termina con un lascito di splendide viste, di versi di animali, magari non visti ma solo uditi, di sensazioni di sole e di vento sulla pelle, di profumi di praterie alpine e di conifere. Nell’affascinante, vastissimo anfiteatro glaciale che contiene i laghi le praterie quest’anno sono magre, le piante stente a causa della siccità che ha anche inaridito corsi d’acqua e i laghetti più piccoli. Tuttavia la Natura combatte e ci regala fiori: campanule, armerie, achillee, margherite, artemisie, garofanini… . E le erbe acquatiche nei laghi dalle superfici increspate dal vento, sempre cangianti: gli eriofori dagli splendidi capolini che fanno pensare al cotone ed alle nuvole; e lo sparganio, dalle lunghissime, misteriose foglie a pelo dell’acqua.

L’emozione non manca perché accanto alla parte di facile sentiero percorriamo un breve tratto su pietra con un corto tiro di corda; ci inoltriamo su una breve cresta che ci permette di osservare il paesaggio della conca da un lato e della valle Germanasca dall’altro; camminiamo su sentieri un po’ esposti. Piccoli brividi! Ma la visione delle cime da lassù toglie il fiato: l’altezza, vette che si susseguono, valli appena percepite, nuvole che si formano e si dissolvono in un attimo.
Ci portiamo via momenti di riflessione davanti ai “Rifugi Perrucchetti”* in cui erano di stanza truppe alpine addette ad una batteria di cannoni durante la Seconda Guerra Mondiale. Rifugi di pietra, in quota: il pensiero va agli Alpini che qui vivevano, alla vita non semplice, alla fatica del trasporto dei materiali e degli enormi cannoni, di cui uno ben visibile ancora oggi. Cannoni del 1916 per la guerra del ’40: e questo la dice lunga sulla triste condizione degli armamenti di chi venne mandato allo sbaraglio… . Rifugi in totale rovina…: tanti pensieri si susseguono… . E con grande sorpresa e un po’ di allegria prendiamo atto degli odierni “abitatori” di ciò che rimane: e lo potete vedere in foto!
Le marmotte fischiano ma non si fanno veder; farfalle a volontà, che succhiano il nettare, talmente prese dal loro lavoro da non accorgersi del cellulare che scatta foto a pochi centimetri; uccelli sconosciuti presenti più con i loro cinguettii che in carne ed ossa… .
E nello zaino virtuale che riportiamo in pianura mettiamo anche il piacere della fatica, dell’avercela fatta (se siamo alle prime armi), dell’aver affrontato ognuno la propria personale difficoltà. E anche qualcos’altro di concreto ed immateriale al tempo stesso: la condivisione di un’esperienza, la vicinanza, le parole scambiate, la compagnia, l’essere gruppo.
- Giuseppe Perrucchetti Cassano d’Adda 1839 . Cuorgnè (!!) 1916 Militare sabaudo, generale e poi senatore, divide con Cesare Ricotti:Magnani l’onore di essere “padre fondatore” del corpo degli Alpini, istituito poi con regio decreto da Vittorio Emanuele II nel 1872.
Grazie alla nostra socia Gabriella Ferrero Merlino
