Proseguono le nostre escursioni in nordic walking, vi proponiamo una tappa (n. 6) della via Francigena da Pont St. Martin a Ivrea.
La tappa avrร inizio a Pont St. Martin, il trasferimento verso il luogo di partenza avverrร tramite il treno con partenza da Ivrea.
Pont St. Martin รจ un piccolo comune posto all’imbocco della Valle d’Aosta Da Pont-Saint-Martin, in epoca romana, passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. Passaggio obbligato lungo la via delle Gallie, Pont-Saint-Martin nel 575 si trovรฒ al confine del regno dei Franchi.
Nel Medioevo fu amministrato dalla signoria locale, i Signori di Bard, che nel 1200 fecero erigere il castello di Pont-Saint-Martin, che ancora sovrasta il paese. Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1944, l’abitato fu devastato da un bombardamento.
La leggenda racconta che San Martino di Tours, di passaggio sulla via Francigena in pellegrinaggio, fece un patto con il diavolo. Questi si impegnรฒ a costruire in una notte un ponte, in cambio dell’anima del primo essere vivente che ci sarebbe passato. Il giorno dopo, San Martino liberรฒ sul ponte un cagnolino, che venne ucciso brutalmente. In compenso, il diavolo lasciรฒ in pace gli abitanti. Questa leggenda fa parte del ricco repertorio della valle del Lys, e rivive ogni anno nel carnevale storico.
Dalla stazione inizia la nostra escursione, dirigendoci verso il ponte romano e seguendo le idicazioni poste sul tracciato, un passo dopo l’altro, uno sgardo verso il paesaggio intorno inizia la nostra camminata verso Ivrea. Lungo il percorso attraverseremo diversi paesi, con tratti in asfalto o sterrati, terreni molto adatti per camminare in nordic walkig. Cammineremo su stradine di campagna oppure attraversermo vigneti terrazzati, con il loro fascino autunnale ci faranno ammirare il panorama intorno a noi. Non molto prima di arrivare a Ivrea, transiteremo nei pressi dei 5 laghi d’Ivrea, precisamente nelle vicinanze del lago Pistono.
Informazioni tecniche per i partecipanti allโescursione:
Ritrovo alle ore 7.45 presso la stazione di Ivrea. Il punto di ritrovo dista circa 40 km da Volpiano (40 minuti di viaggio in auto)
Treno Ivrea 8.23 – Pont St. Martin 8.41 (Costo biglietto 2.10) (acquisto del biglietto in autonomia) Parcheggio via Guglielmo Jervis
Briefing ore 9.00
Inizio della camminata ore 09.15
Durata camminata 8 h circa comprensiva di pause e sosta pranzo
Termine camminata: 17.00
Lunghezza: 24,00 km circa
Dislivello: circa 500 m D+
Difficoltร tecnica: E
Tratti esposti: non ci sono tratti esposti
Altitudine minima: 250 m slm
Altitudine massima: 380 m slm
Pausa pranzo presso il bar Vertical Rock a Settimo Vittone o in alternativa pranzo al sacco
Si consiglia di avere nello zaino almeno un litro dโacqua, barrette energetiche o integratori.
Presenza di fontane lungo il cammino
Munirsi di luce frontale
NB: Il segnale della rete cellulare non รจ sempre presente lungo il cammino.
Lโattivitร proposta รจ fruibile da chi abbia un’adeguata preparazione fisica e voglia di stare in contatto con la natura. Lโitinerario proposto non presenta particolari difficoltร tecniche, tuttavia il dislivello e la lunghezza presente richiedono impegno da parte dellโescursionista. Vi chiediamo quindi di valutare la partecipazione in base al vostro allenamento personale rispetto alle distanze da percorrere e i dislivelli da affrontare
Lโassociazione si riserva la facoltร di escludere dallโescursione persone che non ritiene idonee per lโescursione proposta o se le scopre prive di abbigliamento e/o calzature idonee a garantire la percorribilitร dellโitinerario proposto.
Vi chiediamo cortesemente di rispettare gli orari indicati per lโescursione al fine di evitare le probabili anomalie al programma che potrebbero derivare dalla loro inosservanza, per rispetto al lavoro da noi svolto e degli altri partecipanti.โโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโ
Per informazioni e prenotazioni si prega di contattare: Favarato Nicoletta cellulare 3333453385 entro Giovedi 10 Novembre h 18.00 comunicando inoltre se si usufruisce per la pausa pranzo il bar o il pranzo al sacco. Il bar propone panini, toast, insalatone, piatto caldo.
Entro sabato 12 Novembre h 17.00 per la camminata (non si garantisce eventuale posto nel bar)
Dedichiamo una domenica di escursione nell’area dell’Oasi Zegna per visitare il territorio di Valdilana, residenza del nostro amico, camminatore e scrittore Franco Grosso.
A Valdilana ci eravamo giร recati l’anno scorso in occasione della visita al “Presepe Gigante di Marchetto” e ora ci ritorniamo per camminare lungo i sentieri magici del “Musicammino” accompagnati da simpatici folletti che ci allieteranno con le loro storie, ascoltando brani musicali composti da Max Bove.
Dopo pochi chilometri il Santuario della Brughiera si presenterร di fronte a noi con la sua maestosa presenza, dal santuario potremo ammirare uno splendido panorama verso sud-est
In Borgata Gribaud potremo osservare una interessante “biblioteca sugli alberi” , simpatica iniziativa della famiglia Brin per favorire la lettura a contatto con la natura.
Un grande faggio si presenterร sul nostro percorso dimostrando la sua imponenza. Per Lui รจ stato composto un brano musicale…
A seguire incontreremo la “Casa sugli alberi” dalle cui finestre potremo ammirare lo splendido paesaggio
Conosceremo anche le antiche carbonaie e le leggende dell’Uomo Nero e le Masche.
Visiteremo infine la sede della “Scuola Verde” dove da anni la famiglia Grosso ha creato una unitร didattica dedicata alle scuole della provincia di Biella.
Al termine della camminata ci recheremo per vedere la mostra “Panorami delle Alpi” a Ponzone. Saranno esposti oltre 30 disegni e foto panoramiche realizzate da Franco Grosso nell’ambito della sua attivitร di promozione del territorio
Che dire… abbiamo cercato di essere sintetici ma di attrazioni lungo il cammino ce ne saranno veramente tante! Speriamo vi abbiano incuriosito cosรฌ da accompagnarci per un nuovo cammino con l’A.S.D. Nordic Walking Volpiano.
Informazioni utili per i partecipanti allโescursione:
Ritrovo alle ore 9.00 Mosso, parcheggio Lanificio Ormezzano, Via Mongiachero, 19 Mosso Santa Maria (60 minuti di viaggio in auto da Volpiano 80km)
Breefing ore 9.15
Inizio della camminata ore 9.30
Durata camminata 5.30h circa comprensiva di pause e sosta pranzo
Termine camminata: 15.00 (a seguire visita alla mostra, panorami delle Alpi termine ore 16.00 – 16.30)
Lunghezza: 10 km
Dislivello cumulato: circa m D+ 650
Difficoltร tecnica: E
Tratti esposti: non ci sono tratti esposti
Altitudine minima: 600 m slm
Altitudine massima: 950 m slm
Punti di ristoro: bar nel paese di Mosso
Pranzo: presso la locanda agricola Gribaud (15 euro da versare al locale) Polenta Concia o Riso integrale con verdure dolce acqua – bicchiere di vino (in alternativa per chi lo desiderasse potrร consumare il proprio pranzo al sacco nelle vicinanze del locale)
Si consiglia di avere nello zaino dell’acqua e del cibo per reintegrare le energie consumate durante il percorso.
NB: Il segnale della rete cellulare รจ sempre presente lungo il cammino.
Lโattivitร proposta รจ fruibile da chiunque abbia una minima preparazione fisica e voglia di stare in contatto con la natura. Lโitinerario non presenta particolari difficoltร tecniche, tuttavia il dislivello e la lunghezza presente richiedono impegno da parte dellโescursionista. Vi chiediamo quindi di valutare la partecipazione in base al vostro allenamento personale rispetto alle distanze da percorrere e i dislivelli da affrontare. Lโassociazione si riserva la facoltร di escludere dallโescursione persone che non ritiene idonee per lโescursione proposta o se le scopre prive di abbigliamento e/o calzature idonee a garantire la percorribilitร dellโitinerario proposto. Vi chiediamo cortesemente di rispettare gli orari indicati per lโescursione al fine di evitare le probabili anomalie al programma che potrebbero derivare dalla loro inosservanza, per rispetto al lavoro da noi svolto e degli altri partecipanti.
Per informazioni e prenotazioni si prega di contattare il responsabile dell’escursione: Masellis Massimiliano 3387709382 – Entro le ore 18 di mercoledi 18 ottobre, comunicando la scelta del pranzo (al sacco, polenta concia o riso integrale con verdure) – Entro le ore 17 di sabato 22 ottobre per chi partecipa all’escursione usufruendo del proprio pranzo al sacco
Per chi vuole approfondire:
Valdilana: Il comune รจ stato istituito il 1ยบ gennaio 2019 dalla fusione dei comuni di Mosso, Soprana, Trivero e Valle Mosso. La denominazione ufficiale dei suoi abitanti non รจ ancora stata definita. Il comune di Valdilana comprende i centri abitati di Alpe Isolato, Artignaga, Badone, Baltigati, Barbato, Barbero, Bellaria, Barozzo, Bose, Bellavista, Bocchetto, Boschi, Botto, Brovarone, Bulliana, Campore, Capomosso, Castello, Caulera, Centro Zegna, Cerate, Cereje, Cerreia, Cerruti, Crocemosso, Crolle, Dosso, Falcero, Ferla, Ferrero, Fila, Fiorina, Frieri, Frignocca, Gallo, Garbaccio, Gianolio, Giardino, Gioia, Grillero, Guala, Lanvario, Lora, Loro, Luvrino, Marone, Mazza, Mazzucco, Molino, Molinengo, Mosso Santa Maria, Oro, Orcurto, Ormezzano, Piana, Picco, Pistolesa, Polto, Ponzone, Pramorisio, Pratrivero, Prelle, Premarcia, Ricca, Rivarolo, Ronco, Rondรฒ, Roveglio, Sant’Antonio, Sella, Simone, Taverna, Torello, Trabaldo, Trabucco, Valle Mosso, Vaudano, Venalba, Vico, Villaggio Residenziale, Violetto, Zoccolo.
Musicammino: Il percorso โMusicammino della Brughiera – Il Percorso dei saggi’ – รจ un itinerario variegato e stimolante, adatto a tutta la famiglia, nato dalla collaborazione tra Amici Brughiera, santuario e operatori turistici della zona. Inquadrando un QR code con il cellulare sarร possibile ascoltare la musica composta dall’artista Max Bove e contemporaneamente leggere un breve testo riguardante la cultura locale, inciso su una piccola tavola di legno. L’itinerario tocca alcuni punti di un territorio bellissimo e ricco di energia, arricchito dalla sculture di Max Bove: Brughiera viva (รจ la partenza, di fronte al parcheggio del Santuario); i castagni secolari; il monte cattivo; la betulla bianca; la cascina e il campanile; la chiesa allโaperto; il grande faggio; la biblioteca degli alberi; le cascine del Gribaud; la passerella e il santuario.
Oasi Zegna: LโOasi Zegna รจ un territorio ad accesso libero situato nelle Alpi Biellesi, in Piemonte, con unโestensione di circa 100 kmq. Istituita nel 1993, le sue radici risalgono agli anni trenta per opera dellโimprenditore Ermenegildo Zegna, fondatore del Gruppo Zegna e originario del territorio in cui sorge oggi lโOasi Zegna. Negli anni trenta Ermenegildo Zegna, che nel 1910 aveva fondato a Trivero il celebre marchio omonimo, iniziรฒ a dedicarsi a opere sociali e assistenziali volte a migliorare il benessere della comunitร , nonchรฉ alla salvaguardia ambientale e alla promozione dei suoi territori dโorigine. Zegna, in particolare, rafforzรฒ le difese idrogeologiche dellโarea e iniziรฒ lโopera di rimboschimento, con la piantumazione di oltre 500.000 conifere.
La Carbonaia: Quella della carbonaia era una tecnica molto usata in passato in gran parte del territorio alpino, subalpino e appenninico, per trasformare la legna, preferibilmente di faggio, ma anche di abete, larice, frassino, castagno, cerro, pino e pino mugo, in carbone vegetale. Nonostante questa tecnica abbia subito piccoli cambiamenti nel corso dei secoli, la carbonaia ha sempre mantenuto una forma di montagnola conica, formata da un camino centrale e altri cunicoli di sfogo laterali, usati con lo scopo di regolare il tiraggio dell’aria. Il procedimento di produzione del carbone sfrutta la pirolisi una sorta di combustione imperfetta del legno, che avviene in condizioni di scarsa ossigenazione. Tra i lavori della montagna che testimoniano una secolare esistenza di duro lavoro c’era quello dei carbonai. Per numerosi secoli fino ai primi del ‘900, i boschi italiani furono luogo di lavoro per molti di questi “artisti del fuoco”. Il carbone prodotto veniva trasportato verso le cittร per gli usi piรน disparati, il piรน richiesto era per la metallurgia giร dai suoi albori il che comportรฒ vasti disboscamenti nelle zone minerarie, in quanto il calore sviluppato era maggiore della legna. La Carboneria, la societร segreta italiana dei primi anni dell’Ottocento, fondata su valori patriottici e liberali, deve il suo nome al fatto che i settari dell’organizzazione avevano tratto il loro simbolismo ed i loro rituali (vedi anche Alfabeto carbonaro) dal mestiere dei carbonai.
Le Masche: Masca (pronuncia [mษsca]รจ il termine che indica la strega del folclore piemontese. Il termine piemontese, di etimologia incerta, รจ diffuso nel Roero, nelle Langhe, in Astesana, nella provincia di Biella e nel Canavese, nelle Valli Cuneesi, nelle Valli di Lanzo e anche nell’Alessandrino. Il termine trae origine dal longobardo masca e compare per la prima volta in un testo scritto nell’Editto di Rotari (643 d.C.) col significato di strega: ยซSi quis eam strigam, quod est Masca, clamaveritยป. Indica l’anima di un morto (da cui anche il significato meno comune di “spirito soprannaturale”), o dall’antico provenzale mascar, borbottare, nel senso di borbottare incantesimi. Secondo altri studiosi, il termine avrebbe origine spagnola e deriverebbe dal verbo mascar, cioรจ โmasticareโ o discendere dalla parola araba masakha, cioรจ โtrasformare in animaleโ. Quest’ultima etimologia potrebbe essere supportata dalla loro capacitร di mutarsi in animali. I racconti popolari piemontesi infatti le narrano capaci di trasformarsi in gatti, da cui deriverebbe lโatavica paura delle popolazioni piemontesi verso i felini, ma anche in pecore, come si evince dalle tradizioni della val Stura, dove esse seguivano gli ignari viandanti per poi scomparire nel nulla. Le masche sono una figura di rilievo nel folclore e nella credenza popolare piemontese: generalmente sono donne apparentemente normali, ma dotate di facoltร sovrannaturali tramandate da madre in figlia o da nonna in nipote, o per lascito volontario ad una donna giovane. Secondo la tradizione, i poteri delle masche comprendono l’immortalitร ma non l’eterna giovinezza o la salute: sono quindi vulnerabili e soggette alle malattie e all’invecchiamento. Quando decidono di averne abbastanza di questa vita, per poter morire devono trasmettere i poteri ad un’altra creatura vivente, che spesso รจ una giovane della famiglia, ma alcune volte puรฒ essere un animale o un vegetale. Le masche hanno il potere della bilocazione e della trasformazione in animali, vegetali o oggetti. Possono far uscire l’anima dal corpo e volare immaterialmente nello spazio, mentre non possono farlo fisicamente; poichรฉ durante il volo magico il corpo resta incustodito ed inanimato, l’attivitร delle masche รจ quasi esclusivamente notturna. Di indole raramente malvagia ma sempre capricciosa, dispettosa e vendicativa; possono essere anche benefiche, guarire malattie o ferite tanto alle persone quanto agli animali, o salvare vite in pericolo. Minoritarie rispetto alle masche “domestiche”, esistono anche masche “sovrannaturali”, spiriti antichi della Natura e dei boschi che sfuggono l’umano consesso per quanto loro possibile, e che diventano vendicative e spietate quando disturbate nella quiete del loro habitat consueto. Questo tipo di masche, pur essendo incorporeo, assume gli aspetti piรน svariati quando deve rapportarsi agli uomini: o donna vecchia e brutta, o, per contro, giovane bellissima, o animale selvatico etc. etc. Rispetto alle masche “domestiche” hanno un potere piรน grande nel controllo del clima: possono dominare gli elementi e scatenare bufere, grandinate, temporali, nebbie o siccitร prolungate. Le masche piemontesi non sono condizionate, intimorite o controllate dall’elemento religioso; anzi, le masche “domestiche” frequentano la chiesa, vanno a messa e ricevono i sacramenti come tutte le altre donne della comunitร . Nel passato gli agricoltori e i montanari usavano attribuire ad esse la responsabilitร di avvenimenti negativi o inspiegabili. Questi avvenimenti venivano denominati mascherรฌe. Le donne accusate di essere masche venivano perseguitate e spesso processate e condannate al rogo dal tribunale dell’Inquisizione. Ancor oggi รจ di uso comune in Piemonte commentare scherzosamente la caduta “soprannaturale” (accidentale) di oggetti (ad esempio una forchetta che cade dalla tavola), o la temporanea “scomparsa” di oggetti che si ritenevano a portata di mano con l’espressione “A-i sun le masche” (“Ci sono le masche”).
La nostra escursione ha inizio dal parcheggio della Tenuta Serra di Cinzano che al ritorno ci ospiterร per la merenda sinoira. I primi passi sono un po’ infreddoliti da una nebbiolina autunnale, ma giร dopo un paio di chilometri siamo riscaldati dal sole tiepido di ottobre e proseguiamo il nostro cammino sfoggiando le nostre magliette rosse. Il nostro percorso traccia due anelli sulla mappa.
Tenuta La Serra di Cinzano I due anelli del nostro percorso
Mentre camminiamo, ammirando lo splendido paesaggio del Monferrato, non possiamo non soffermarci a pensare che proprio sotto i nostri piedi in ere ormai lontane c’era il mare e il terreno a volte sabbioso e le rocce stratificate che scorgiamo intorno ne sono la prova.
Vista su Albugnano
Pochi giorni fa la pioggia ha reso il terreno a tratti fangoso, ma si continua senza troppa fatica. Un cancello imprevedibilmente chiuso costringe l’abile capogita Massimiliano a trovare un percorso alternativo, si continua dunque fino ad arrivare alla nostra prima meta: Il Belvedere di Albugnano.
Il ” balcone sul Monferrato”, la punta piรน alta del territorio, ci regala una veduta spettacolare a 270ยฐ sulle piรน basse colline. Sul Belvedere anche i resti dell’olmo del ciabattino, rimasto li a ricordare il passaggio di Don Bosco.
L’olmo del ciabattino
Dopo una breve pausa pranzo si prosegue per circa un km, ed eccola li… l’Abbazia di Vezzolano. Dopo una breve quanto appassionata spiegazione di Gabriella, vi entriamo piรน consapevoli della sua bellezza: una vera perla Medioevale.
Abbazia di Vezzolano
Proseguiamo il cammino in un susseguirsi di vigne. La vendemmia รจ gia passata quest’anno, ma riusciamo ancora ad assaggiare qualche piccolo grappolo dimenticato e poi mele, noci e qualche caki. Completiamo il secondo anello ed eccoci all’arrivo, ma non al termine della nostra escursione. Federico Rossotto, de La Tenuta La Serra di Cinzano ci aspetta per raccontarci il territorio, la geologia, la sua storia attraverso il vino e in punta di piedi e rispetto entriamo nella storica cantina che sa di fatica e passione di una famiglia che produce vino da quasi cento anni.
Cantina all’interno della tenuta “La Serra”
Ed ora a tavola, buon cibo accompagnato dalla degustazione di quattro vini magistralmente narrati da Federico…